Compro l’ampli

cuffie… Eh cari miei, questo è un bel dilemma; chi può negare di avere problemi con il proprio suono e la propria amplificazione? Tanto il problema è sempre lo stesso: voglio un ampli piccolissimo (così costa anche poco), che spari a mille e abbia il suono dei miei sogni! E da qui parte il casino.

A che cosa dovrà servirci: per una attività Live? Per studio? O per parcheggiarlo nella propria sala prova? E’ chiaro: per tutte le situazioni!!! L’ampli ideale deve essere “da bosco e da riviera”.

Grazie alle sale prova che ci forniscono un amplificatore di servizio possiamo rimandare l’acquisto per parecchio tempo e anche provarne diversi, ma al momento di sceglierne uno rimane il dilemma.

Il suono che tutti sogniamo, lo so, è quello che sentiamo nei concerti: con quelle basse frequenze che muovono lo stomaco e che rendono tutto “gigantesco” e credibile. Quelle frequenze necessitano di una enorme quantità di potenza (watt) che solo i grossi impianti possono avere; fino al novanta per cento della potenza che abbiamo finisce in quelle frequenze mentre per la parte alta del suono basta pochissimo. Avere un 100w è utile solo per studiarci a casa, ma già in sala prove di noi percepirebbero solo lo sferrettare delle corde. Un chitarrista che non necessita di quelle frequenze, con trenta watt e un cono minuscolo ci rovina!

 

DECALOGO PER COMPRARE UN AMPLI

Considerato il problema prezzi, che è soggettivo, e il fatto che il proprio suono è un qualcosa di personale, secondo la mia esperienza questa è la strada per giudicare un ampli.

1) POTENZA / VOLUME

testaNon illudiamoci, per iniziare ad avere un minimo di emissione concreta dobbiamo valutare un 400w (veri) che spingono almeno quattro coni da 10 pollici o due da 12… Per fare le cose per davvero dobbiamo parlare di 800 – 1000w che sembrano una esagerazione, ma vi assicuro non lo sono affatto. Normalmente di quella potenza se ne usa in “bridge” solo la metà e solo su una cassa; volendo, a seconda delle situazioni, ci si porta dietro un’altra cassa e raddoppiamo la potenza (in parte anche il volume) ma, più che altro, aumentiamo l’emissione, ovvero la distanza entro cui si percepiscono le frequenze più fonde.

Attenti a valutare il volume di un ampli dentro un negozio di strumenti. Spesso ci si trova dentro capannoni con molto rimbombo e a due di volume ci sembra fortissimo, poi entri in sala prove e l’assorbimento acustico delle pareti fa sparire tutto!

2) INGOMBRO / TRASPORTABILITÀ

conoTanti watt significano tanti chili… (anche se oggi con i finali digitali le cose stanno migliorando parecchio). Un ampli da 800w può arrivare a pesarne anche trenta; e non parlo della cassa… Cerchiamo un compromesso ricordandoci che è indispensabile poter caricare tutto da soli nella propria macchina; il resto non lo considero anche se gratis. Per questo cerco sempre di frammentare il tutto e di evitare i “frigoriferi”.

Se il vostro ampli è anche garanzia del vostro sound, diventa necessario portarselo ovunque come il vostro strumento; il giorno che cominciate a dire -no oggi mi fa fatica- allora avete sprecato soldi.

3) MODULARITÀ / POTENZIALITÀ

L’ampli ideale è modulare a seconda delle situazioni. Una volta soddisfatto del suono voglio illudermi di portare quel suono dalla sala prove al piccolo club (con una cassa molto piccola), fino al palco dei Metallica semplicemente aggiungendo casse e potenza necessarie.

4) OUTPUT / INPUT

Anche sotto questo aspetto, la modularità diventa determinante: oltre al send-return sono auspicabili più uscite bilanciate e la possibilità di usare solo la parte pre della Testa o solo il suo stadio finale. Uscite regolabili sia Line che Direct (come una DI). La qualità di queste uscite fanno la differenza sia dal vivo che in Studio, facciamoci attenzione. Per quanto riguarda le entrate invece, bastano le solite: standard e per bassi attivi (attenuata); il lusso di doppi canali indipendenti non valgono spesso il peso e l’ingombro extra. L’importante è che ci sia una chiara regolazione, anche con l’ausilio di led, del livello di Input!

5) SUONO LINEARE/ DINAMICA

radioAl momento di giudicare il suono non illudiamoci sulla versatilità del suono: infinite possibilità di regolazione non fanno un suono migliore. Il suono di un ampli è quello udibile regolando il giusto livello di Input e ponendo i suoi controlli in posizione lineare. Il “corpo” e la dinamica del suono deve già essere soddisfacente; anzi, proprio questo è il segnale che l’Ampli fa al caso nostro. Se mancano delle basse frequenze non sarà difficile sopperire, ma gli acuti e ancora di più le frequenze medie devono essere perfette.

6) FILTRI / RUMORE DI FONDO

Equalizzatori e pulsantini push/pull per aggiungere brillantezza agli acuti o profondità alle basse sono solo specchietti per le allodole; è come mettere un pulsante per aumentare la velocità dentro una Ferrari. I filtri in genere possono essere utili per piccole correzioni ambientali, ma non sono determinanti per la definizione del proprio suono. Spesso troviamo dei semi-parametrici sulle frequenze più delicate (le medie) ma ogni casa definisce le frequenze su cui agiscono i potenziometri delle basse e degli acuti: valutiamo la qualità e la silenziosità di questi potenziometri.

7) FRAGILITÀ / ESTETICA

testinaFra le cose che guardo vi è anche la capacità di resistenza alle botte che inevitabilmente prenderà nella sua esistenza di ampli. Spesso è una sensazione e basta, in quanto bisognerebbe controllare all’interno la fattura dei suoi collegamenti e dei componenti, fatto sta che a istinto controllo che il lato estetico mi dia anche sensazione di robustezza. Di solito quelli a Transistor non hanno troppi problemi, ma alcuni, e sono i migliori, hanno valvole nella sezione finale che sono molto grosse, molto costose e molto fragili…

8) VERSATILITÀ DI UTILIZZO

Nella maggior parte dei casi, dovunque si vada a suonare esiste già un impianto. L’ampli spesso è il nostro monitor di palco; per questo, valuto il suono in base alle situazioni che potrò incontrare e con tutti gli strumenti che ho a disposizione. Molti ampli prevedono già l’utilizzo del Contrabbasso con una apposita entrata microfonica per piezoelettrici. Per lo meno, a me interessa.

9) RIVENDIBILITÀ / ASSISTENZA

testacassaAnche l’Ampli come gli strumenti, fanno spesso epoca e poi scadono. E’ presumibile pensare che il progresso tecnico possa offrire qualcosa di più efficiente e compatto col passare del tempo e allora… Diventa importante, a questo punto, valutare la rivendibilità dell’oggetto, stando attenti ai prototipi e a cose fuori marca che non convincono mai un acquirente anche se di valore. Oltre a questo c’è il problema assistenza che spesso non è garantita neanche quando prendi qualcosa di conosciuto… Informiamoci!

10) NUOVO O USATO?

Chi resiste al nuovo look accativante di un ampli dell’ultima generazione? Gli Ampli nuovi sono sicuramente più efficienti di quelli di una volta, specialmente più equilibrati e compatti, però… Cogliere l’occasione giusta che ti fa risparmiare ed ottenere ugualmente un buon oggetto è frutto di esperienza e fiuto. Le casse sono più a rischio: i coni si usurano e se sono stati maltrattati da qualche vandalo non ci si fa più niente. Le testate invece o funzionano o non funzionano; può succedere che qualcuno se ne liberi perchè non la sapeva sfruttare a dovere: troppi parametrici, troppi pulsanti. A volte la valvola dello stadio Pre si è esaurita e il suono è peggiorato a livelli di guardia… Trenta Euro e l’ampli torna nuovo. Auguri.