Modulus Graphite 5 fretless_bgModulus Graphite 5 Fretless

Chebbestia!!! Nel 93 ero stato negli States a New York e avevo provato un basso uguale rimanendone stupefatto. Il fatto era che ero lì per cercare un Ken Smith e allora lasciai perdere. Tornato in Italia imperversavano i suoni di Cesare Chiodo che ne aveva uno e così mi convinsi. Oltretutto non avevo un “Fretless” adeguato agli impegni professionali che mi si presentavano; il mio Fenderino non ce la faceva, aveva un suono solo e troppo “miagoloso”. Sempre tramite Antonio Gabellini di Cavriglia ordinai il Basso che vedete: quattro milioni di lire nel 94.
Per chi non avesse mai provato un manico in grafite vi dico che è meraviglioso, ma anche così preciso che non ammette errori: può essere molto caldo in quanto è cavo dentro, ma anche definito come se avesse i tasti tanto, che ci puoi tranquillamente faro lo Slap. Per colpa dei pick-ups EMG che con la grafite del manico suonavano troppo vetrosi, non riuscivo ad innamorarmene e decisi di metterlo in vendita. Per più di un anno lo detti ad un tipo per farlo vedere ai suoi allievi di basso, ma lui, fortunatamente, non si dette un gran che da fare. Quando lo richiesi indietro e mi aprì la custodia, rimasi a bocca aperta per come era bello (l’avevo dimenticato), e ho deciso di tenerlo: ho cambiato i Pick-ups con dei Bartolini e ora ho un Basso che fa spavento.
E’ “Long Scale”, quindi con un manico un pollice più lungo del normale che garantisce un suono molto più ricco e una quinta corda che impressiona per potenza e sustain.
In un tour della Oxa ho fatto sparire il cinque con i tasti dal palco e mi sono fatto 43 date solo con questo strumento…